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Un’estate d’amore | Carlotta / Gommalacca

Dopo la colazione con il burro salato, Mimmo ed io abbiamo camminato senza sforzo fino al teatro che ci ospiterà lunedì, e abbiamo scoperto, seguendo un sentiero in un bosco di betulle, la spiaggia con i prati verdi puliti.

Incastrato tra i rami delle betulle ho trovato un fazzoletto ricamato a mano che recita in svedese “Tornerà il buio ma #noiviviamoqui”. Improvvisamente nel mio cuore si è aperto un varco di carne e ne è uscita l’immagine di Ingmar Bergman che sulla ultime tavole di un un pontile (molto simile a quello che ho attraversato questa mattina) immagina la sceneggiatura di “Un’estate d’amore”, uno dei film che ho amato in assoluto del regista svedese.

Nella mattinata con il mio gruppo di teatranti esploratori, trasportati da Cristine, abbiamo raggiunto un piccolo villaggio di famiglie che vive in case gialle e rosse tra la foresta e il mare. Entriamo in un piccolo caffè nel bosco -una casetta rossa con le panche bianche- e insieme parliamo del futuro delle nostre collaborazioni, mentre a pochi passi da noi vanno in scena un gruppo di donne dirette da un regista professionista. Vanno in scena cantando di sapone e un cavallo che interpreta una mucca entra in scena, mentre piove sul pubblico seduto sul prato, e non si muove, apre l’ombrello in questo paradiso di amore, civiltà e condivisione.

Poi ci portano a teatro a guardare uno spettacolo in lingua prodotto dalla UNG SCEN NORR. Nel Norrbottenteatern con tre palchi e molti spazi ufficio e camerini che affacciano sulla Lulea.

il titolo è

RUN FOR IT, parla d’amore.

Come si parla dell’amore? Il regista e gli attori (la protagonista femminile si chiama inevitabilmente Nora) hanno intervistato circa100 ragazzi svedesi per sapere cos’è per loro l’amore e come flirtano quando sono “fall in love”.

Un spettacolo di prosa, parole, video, movimento scenico in cui la magia è ascoltare il suono e condividere con un pubblico coloratissimo e glitterato che avevi  già incontrato al Pride.

Ops dimenticavo… prima di andare a teatroabbiamo seguito un pacifico e affollato di bimbi PRIDE con tanto di militari svedesi con cuoricino arcobaleno stampato sulle guance, in fila ordinati a sfilare con tutti gli altri.

Ecco… dicevo che… lo spettacolo che parla d’amore è un salto continuo tra personaggi che narrano e costruiscono scena giocando con personaggi cliché, parodie di young adults persi in Instagram e Facebook.

E dopo aver fatto lo spettacolo i due attori ci propongono di fare laboratorio. Dopo lo spettacolo? Siete stanchi si vede. Sicuri?

Sì! Ci siamo fermati con loro sulla scena per lavorare giocando sull’amore, e lo spazio. La loro metafora era “cosa sappiamo noi dell’amore? Cosa sappiamo noi dello spazio cosmico? Qual è la nostra traiettoria? Ripercorrendola come fa Giove ci connettermo a noi stessi e poi in pace con gli altri?

Ci connetteremo a noi stessi?

Ci connetteremo a noi stessi?

Tornerà il buio ma#noiviviamoqui.Schermata 2017-06-18 alle 12.17.48

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